Qualcuno ha detto 'ERDOGAN ASSASSINO?' Come battere la censura riprendendoci il controllo dei media

14/10/2019

Da alcuni giorni si susseguono segnalazioni di episodi in cui Facebook e Instagram, entrambe piattaforme di proprietà della californiana Facebook, Inc., cancellano post ed eliminano profili contestando “violazioni alle regole della community” in relazione alle attività di informazione sull’attacco turco alla Siria del Nord e sulle proteste in moltissime città del mondo. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a chi è stato colpito da questi episodi di censura, ma non possiamo che constatare come casi di questo genere accadano con sempre maggiore frequenza.

Ci sembra grave continuare a delegare prioritariamente la comunicazione antagonista e libertaria a una multinazionale che, detenendo oltre tre quarti del mercato sia dei social network sia dei sistemi di messaggistica istantanea, può con enorme e incontrastata disrezionalità determinare quali informazioni possano circolare e quali no. È urgente che le realtà dell’autogestione e dell’autorganizzione tornino a investire su strumenti di comunicazione indipendenti e di cui avere pieno controllo, non solo riversandovi i propri contenuti ma anche invitando attivamente all’esodo le persone a loro vicine.

La Resistenza al dominio del capitale sulla comunicazione pubblica esiste e prospera. Si chiama Fediverso, è una galassia di piattaforme, tecnologie e nodi in continua espansione, con milioni di iscritti a livello mondiale, dove esistono valide alternative ai servizi commerciali. Ci sono PixelFed per la condivisione di foto, Peertube per i video, Funkwhale per la musica, Write Freely per la scrittura e diverse altre, tutte sono unite dalla condivisione dei medesimi standard e quindi dalla piena interoperabilità: vuol dire che un iscritto a Funkwhale, senza uscire dalla propria piattaforma, può interagire con chi ha pubblicato una testo su Write Freely e così via. A essere capillarmente diffusa nel fediverso è anche l’avversione per contenuti fascisti, razzisti, sessisti e discriminatori.

Come Collettivo Bida, come molti sapranno, abbiamo aperto da oltre un anno un nodo (o più propriamente, un’instanza) sulla piattaforma di microblogging “Mastodon”. Oggi con oltre 5000 utenti di cui 1200 attivi siamo tra le istanze mastodon più grandi in Europa, mentre altre ne sono nate a Jesi, Torino e Milano. In più di un caso il fediverso si è rilevato uno strumento importante per far circolare informazioni su emergenze e mobilitazioni urgenti e ogni giorno è animato da una community in lingua italiana vivace e consapevole.

Ci mettiamo a disposizione come megafono per la Resistenza della Siria del Nord e per tutte le lotte, ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutte e tutti. Servono più contenuti su piattaforme autogestite, serve la nascita di molte altre istanze, soprattutto l’esistenza di questi strumenti deve diventare nota anche a chi è meno vicino a collettivi e spazi sociali. Solo con un grande sforzo collettivo di organizzazione, condivisione di saperi e promozione riusciremo a riprendere il controllo della nostra comunicazione. Mancare questo obiettivo è un rischio troppo grande per il futuro di tutte e tutti.

W la Rivoluzione del Rojava, W la Resistenza!